Il Teatro Giordano di Foggia si è trasformato ieri sera in un crocevia di emozioni e riscoperta culturale. Con "Malavita", liberamente tratto dall'omonima opera lirica composta da Umberto Giordano nel 1892, il Piccolo Teatro di Foggia ha incantato un pubblico numerosissimo che ha riempito ogni posto disponibile, tributando agli artisti in scena una calorosa standing ovation al termine dello spettacolo.
L'adattamento teatrale curato da Dino La Cecilia ha portato gli spettatori in un viaggio attraverso la doppia dimensione dell'opera: da un lato la travagliata storia d'amore di don Vito conteso tra due donne di estrazione sociale completamente diversa, dall'altro il racconto della genesi creativa di un compositore che, appena ventiquattrenne, riuscì a conquistare il difficile editore Sonzogno con un'opera di straordinaria maturità artistica.
"Quando pensiamo che Umberto Giordano scrisse quest'opera a soli 24 anni, non possiamo che riflettere sulle potenzialità inespresse dei nostri giovani oggi," ha commentato La Cecilia durante il caloroso dibattito seguito alla rappresentazione. "Il messaggio che abbiamo voluto lanciare è chiaro: osate, non lasciate che le cose accadano, permettete alla vostra creatività di esprimersi. Come ha fatto il nostro illustre concittadino."
La performance corale degli attori ha saputo restituire tutta la potenza drammaturgica del testo originale. Magistrale l'interpretazione dell'intero cast, con Fabio Conticelli e Sarah Panessa che hanno offerto una prova attoriale di altissimo livello nei ruoli principali, supportati brillantemente da Francesca D'Elia, Rita Dell'Aquila, Tonia Di Maggio e dall'intero ensemble, inclusa la commovente partecipazione degli allievi del laboratorio teatrale.
Dino La Cecilia, oltre a firmare la regia e l'adattamento, ha regalato al pubblico un'interpretazione di grande intensità e profondità emotiva. Nel duplice ruolo di regista e attore, ha saputo incarnare con straordinaria sensibilità la figura di un giovane Umberto Giordano, restituendone l'entusiasmo creativo e le ambizioni artistiche. Particolarmente toccanti le scene in cui La Cecilia ha dato voce alla visione artistica del compositore foggiano, trasmettendo con autenticità la passione di un giovane genio determinato a lasciare il segno nel panorama musicale italiano e internazionale. La sua presenza scenica e la padronanza interpretativa hanno contribuito in modo determinante al successo della rappresentazione.
Particolarmente apprezzate le soluzioni musicali ideate da Guido Paolo Longo, che ha creato un affascinante dialogo tra tradizione e contemporaneità, rendendo omaggio al maestro Giordano attraverso sonorità che hanno accompagnato organicamente l'azione scenica. Impeccabili anche i costumi e le scenografie curati da Emanuela Salvatore, che hanno ricreato con fedeltà storica e potenza evocativa l'atmosfera della Foggia di fine Ottocento.
"Riscoprire Umberto Giordano significa riscoprire noi stessi," ha sottolineato con passione Dino La Cecilia durante gli interminabili applausi finali. "La sua figura rappresenta l'eccellenza foggiana riconosciuta a livello mondiale. In un territorio spesso raccontato solo per le sue criticità, dobbiamo tornare a concentrarci sulla bellezza come medicina alla bruttezza che talvolta ci circonda. Questa terra è meravigliosa, ma ha bisogno di uomini e donne che sappiano riconoscere, valorizzare e promuovere le sue ricchezze culturali."
Il pubblico ha risposto con entusiasmo a questo invito, dimostrando come la cultura possa effettivamente diventare strumento di riscatto sociale e di crescita collettiva. "Vedere il teatro così pieno per celebrare il nostro Giordano è un segnale potente," ha commentato l'assessora alla Cultura Alice Amatore presente alla serata. "Questa amministrazione continuerà a sostenere iniziative che, come questa produzione del Piccolo Teatro, contribuiscono alla crescita e alla bellezza della nostra città."
Lo spettacolo, realizzato nell'ambito della stagione "Cammini" 2024-2025, replica questa sera alle 20:30, con previsione di un nuovo tutto esaurito a conferma dell'interesse suscitato da questa importante operazione culturale che, oltre al valore artistico, rappresenta un significativo passo verso la riscoperta dell'identità e dell'orgoglio culturale foggiano.