FOOD AND TRAVEL: VIAGGI ALLA SCOPERTA DI LUOGHI, CIBI E CULTURA

Scritto da Laura Petrucciani
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Se volessimo focalizzare la nostra attenzione su due macrosettori che influenzano sempre più il nostro modo di vivere e che si rivelano fruttuosi per la nostra economia dovremmo pensare al settore del cibo e dei viaggi. Probabilmente, a primo impatto non coglieremmo in modo immediato il link tra” food” e “travel”, dunque, proviamo a farlo insieme.

Facendo riferimento alle zone del Mediterraneo, e in particolare all’Italia, queste hanno una forza rilevante in entrambi i settori. Il Bel Paese da anni si distingue sul piano della qualità, della sicurezza alimentare, sostenibilità e biodiversità e ciò fa si che i nostri prodotti e il nostro patrimonio culturale vengano apprezzati in tutto il mondo. Uno dei punti cardine per lo sviluppo turistico dei nostri territori e del Mediterraneo è la “Dieta Mediterranea”. Tale dieta è in grado di attirare i più curiosi nelle zone in cui è nata, sia per sperimentare i cibi tipici ma anche per scoprire il suo eccezionale valore culturale, storico e sociale. Permette, dunque, di salvaguardare anche a distanza di tempo, le attività tradizionali come quelle artigianali coinvolte nelle fasi di preparazione dei cibi o di coltivazione degli alimenti.

I territori generano nel turista una notevole curiosità poiché è qui che trovano i veri prodotti che caratterizzano tale dieta e qui ci sono le principali produzioni di ulivo, vite e grano oltre che di verdure e latticini. 

L’ampia gamma di prodotti di grande qualità e certificati, cosi come i paesaggi mozzafiato e la tradizione, fanno si che molti viaggiatori prediligano esperienze definite “food travel” o “food experience” nelle nostre zone, al fine di scoprire e apprezzare la buona tavola e il buon cibo; un tipo di turismo che si basa sul conoscere e sul voler vivere determinate esperienze singolari in modo fisico ed emotivo. Il viaggiatore partecipa ad eventi, degustazioni e ad attrazioni culturali, lasciandosi trasportare in un’esperienza multisensoriale. Ed è proprio per questo che si parla di turismo esperienziale.

Oltre alla Dieta Mediterranea, un elemento che induce il bisogno nel consumatore, che lo spinge a viaggiare in determinate zone e che punta a “vendere” un certo tipo di esperienze, è senza dubbio l’enogastronomia. Coloro che hanno disponibilità economiche vengono indotti e portati alla scelta di cibi ricercati oltre che salutari e a fare esperienze di “food & wine”. L’obiettivo è quello di proporre e garantire qualità e prezzi differenti, superiori.

Un esempio di turista che si muove alla ricerca di questi elementi è il cosiddetto “turista enogastronomico”, ossia, colui che è interessato alla conoscenza dei prodotti ma anche del territorio nel quale questi vengono prodotti. Dunque, vorrebbe condurre una vera e propria esperienza di vita entrando a stretto contatto con la natura e i suoi cibi, ama acquistare prodotti enogastronomici della tradizione e consumare i suoi pasti in trattorie, ristoranti e locali tradizionali.

L’enogastronomia nasce, però, come una branca volta alla valorizzazione delle risorse vitivinicole alla quale nel tempo si sono affiancate enologia, gastronomia e turismo. In Europa, è un tipo di turismo in costante crescita con l’Italia che si classifica come il principale produttore mondiale di vini. In questo modo, il cibo diviene ciò che spinge il turista a muoversi e ciò che permette allo stesso di scegliere una destinazione piuttosto che un’altra e si identifica come un fattore attrattivo.

Attualmente, dati i riconoscimenti e ai meriti attribuiti a questa dieta, data l’importanza sempre maggiore dell’alimentarsi in modo sano e corretto e, infine, data la crescente attrazione di molti turisti è bene cercare di unire cultura, cibo, tradizione e trarne vantaggi economici e non solo.

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