A partire dalla campagna olearia 2025/2026 i frantoi italiani saranno chiamati a un cambiamento importante: l’eliminazione dello stato “in attesa di classificazione” e l’obbligo di attribuire subito a ogni olio la propria categoria definitiva, che sia extravergine, vergine o lampante. Una novità che impone tempi certi, procedure precise e un maggiore rigore gestionale. Non si tratta soltanto di burocrazia: questo passaggio segna una svolta nella trasparenza e nella tracciabilità, rafforzando la tutela dei consumatori e la credibilità dell’intero comparto. I frantoi dovranno utilizzare codici operativi distinti, rispettare scadenze differenziate a seconda del periodo di produzione e aggiornare immediatamente la cartellonistica dei serbatoi, con sanzioni in caso di inosservanza. Una sfida che può apparire onerosa, ma che apre anche a prospettive nuove.
Ed è qui che entra in gioco il protocollo LocalTourism.IT, pensato per trasformare gli obblighi normativi in occasioni di crescita e promozione. Questo strumento offre ai frantoi la possibilità di integrare la tracciabilità imposta dalla legge con percorsi di valorizzazione turistica, esperienziale e commerciale. Un olio classificato con trasparenza non è soltanto un prodotto certificato: diventa il punto di partenza per raccontare la storia del territorio, per attrarre visitatori nei frantoi, per offrire degustazioni guidate e pacchetti turistici che intrecciano cultura, natura e gastronomia.
LocalTourism.IT propone un modello in cui i frantoi non sono più semplici luoghi di trasformazione, ma autentiche porte di accesso al territorio, capaci di trasmettere valori di identità e qualità. In questo modo, un obbligo tecnico si trasforma in leva strategica: da un lato si rispetta la normativa, dall’altro si costruisce valore aggiunto attraverso il turismo enogastronomico e la narrazione delle tradizioni mediterranee.
Il futuro dei frantoi, dunque, non si gioca solo sul rispetto delle regole, ma sulla capacità di leggere negli adempimenti una spinta al cambiamento. La classificazione obbligatoria può diventare il primo passo per un percorso più ampio, in cui la qualità dell’olio si lega alla qualità dell’esperienza e in cui l’Italia dell’extravergine trova nuova forza proprio nel dialogo tra produzione e territorio.